La Via Crucis nelle contrade

Durante il Tempo di Quaresima, è tradizione celebrare la Via Crucis nelle contrade, con inizio alle ore 15.30, la domenica pomeriggio.

Quest’anno, il calendario prevedeva Trovigliano (I dom), Solcano (II dom), Madonna della Croce (III dom), Casale (IV dom). Domenica 7 aprile, poi, la Via Crucis dei bambini e ragazzi del catechismo nel quartiere San Rocco e domenica 14, la Via Crucis serale (ore 20.30) nel centro storico.

Tutti i venerdì, alle ore 20.30, poi, si tiene la Via Crucis comunitaria in chiesa.

Quaresima di carità

Anche per il tempo di Quaresima vogliamo vivere l’esperienza della carità operosa. Le dimensioni di questo Tempo Forte sono la preghiera (che è anzitutto ascolto della Parola), il digiuno (per far crescere il desiderio di Cristo e lottare contro le tentazioni) e l’elemosina (per esprimere in modo concreto l’amore).

Fino al 7 aprile raccogliamo alimenti e altri generi per sostenere le situazioni di povertà. Chi volesse, può anche lasciare qualsiasi somma da devolvere all’associazione di beneficenza fondata da Claudia Koll che abbiamo accolto domenica scorsa.

Tempo di conversione

Trascorsa l’euforia del carnevale – in verità noi abbiamo pregato durante le Quarantore – entriamo nel clima della Quaresima con il rito penitenziale dell’imposizione delle ceneri mercoledì 6 marzo.

Con tale solenne inizio, viviamo nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nel digiuno e nell’elemosina questo Tempo Santo.

Un inteso programma caratterizzerà la nostra Quaresima, perché sia un cammino di vera conversione verso la luce pasquale.

Le Quarantore

Domenica prossima 3 marzo iniziano le Solenni Quarantore che si protraggono anche lunedì 4 e martedì 5.

Le Quarantore sono un’antica pratica di adorazione prolungata del SSmo Sacramento dell’Eucaristia che richiamano in particolare le 40 ore che Gesù passò nel sepolcro.

Nel corso dei secoli sono state organizzate per allontanare i flagelli delle guerre o come atto di riparazione. All’inizio si tenevano solo nelle città.

Oggi le Quarantore vengono collegate alla Parola di Dio e alla Santa Messa, di cui sono la naturale prosecuzione.

San Giovanni Paolo II nella Lettera Dominicae Cenae del Giovedì Santo 1980, affermò: «La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo Sacramento d’amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andarlo a incontrare nell’adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione!».

La Candelora

Sabato 2 febbraio si celebra la festa della Presentazione del Signore – che noi chiamiamo ‘Candelora’, per la processione con le candele benedette che precede la Messa – 40 giorni dopo la solennità del Natale.

Questa festa conclude, così, il ciclo della ‘Manifestazione del Signore’ (Natale-Epifania-Battesimo) e ci apre al mistero pasquale.

La presentazione di Gesù al Tempio, infatti, è più un mistero doloroso che gaudioso. Maria e Giuseppe ‘presentano’ a Dio il figlio Gesù, glielo ‘offrono’. Ora, ogni offerta è una rinuncia.

Comincia, quindi, il mistero della sofferenza di Maria, che raggiungerà il culmine ai piedi della croce. La croce è la spada che trapasserà la sua anima. Ogni primogenito ebreo era il segno permanente e il memoriale quotidiano della ‘liberazione’ dalla grande schiavitù: i primogeniti in Egitto erano stati risparmiati.

Gesù, però, il Primogenito per eccellenza, non sarà ‘risparmiato’, ma col suo sangue porterà la nuova e definitiva liberazione.

Questo il programma della serata:
ore 17.15 Rosario
ore 1745 Vespri
ore 18.00 Santa Messa con rito penitenziale del Lucernario
(non si celebra la Messa vigiliare della Domenica)

La festa di Sant’Antonio abate

Domenica 20 gennaio rivivremo la tradizionale festa in onore di Sant’Antonio Abate. L’eremita della Tebaide, padre del monachesimo, ci protegga e ci conduca al Signore.

Da giovedì 17 (giorno della festa del Santo) iniziamo un triduo di preparzione alla Messa delle ore 18.00 con una invocazione a Sant’Antonio.

Domenica 20, poi, i festeggiamenti come da programma… Vi invitiamo, in particolare, a portare in piazza Duomo ‘tutti’ gli animali domestici (non solo cani e gatti…) per la benedizione al mattino. Vi aspettiamo…

Il Natale del Signore

Ancora una volta torna la grande solennità del Natale del Signore. Questo anzitutto perché Dio non si è stancato di amarci e, poi, perché vuole permetterci di entrare sempre più profondamente nel suo Mistero.

E noi? Come ci siamo preparati a questa festa? Oggi, siamo attratti dalle tante luci ‘mondane’ per cui può capitarci di non essere pronti. Si sente dire: “Non sento l’atmosfera natalizia”, oppure “Non sembra Natale”… E così via.

Eppure la Chiesa ci offre un cammino di ben quattro settimane per prepararci a ‘sentire’ e vivere il Natale: il Tempo forte dell’Avvento. Come lo abbiamo vissuto? Abbiamo colto l’occasione o l’abbiamo lasciata passare?

Noi cristiani assisiamo smarriti allo svuotarsi di contenuto di questa festa e pensiamo di poterla vivere degnamente solo cercando di custodirla intatta per noi, come patrimonio ‘geloso’.

Altri, invece, si rallegrano del fatto che, come in ogni società evoluta che si rispetti, si ricorre a elementi e riti della “religione civile” per ritrovare valori comuni magari caricando questa festa di significati buoni per tutti i gusti, banalizzandola a minimo comune denominatore verso un preoccupante vuoto di valori.

C’è, comunque, sempre tempo per immergersi nel mistero dell’Amore di Dio che ci chiama a salvezza nella Parola eterna che irrompe nel tempo e si fa ‘carne’, come noi, per noi… Viviamo, allora intensamente, il tempo del Natale crescendo nella fede più vera.

Vi invitiamo, pertanto, a partecipare ai momenti proposti come occasione di grazia e di santità.

Santo Natale a tutti!

Il cammino dell’Avvento

Nell’attesa della venuta del Signore

Il Tempo di Avvento, inizio dell’anno liturgico, ci prepara a celebrare il mistero dell’Incarnazione di Cristo: infatti è scandito da quattro domeniche che portano alla Solennità del Santo Natale. L’8 dicembre è la Solennità dell’Immacolata Concezione.

Il successivo Tempo di Natale si apre con la celebrazione della Notte Santissima in cui nasce il Salvatore del mondo; la domenica dopo Natale si celebra la festa della Sacra Famiglia.

All’ottava di Natale – il 1° dell’anno civile – si celebra la festa della Madre di Dio con la Giornata Mondiale della Pace; il 6 gennaio è l’Epifania o manifestazione del Signore al mondo intero; questo tempo si conclude con il Battesimo del Signore alla seconda domenica.

Avvento, tempo di Cristo: la duplice venuta

La spiritualità dell’Avvento fa riferimento alla duplice venuta di Cristo: la venuta del Cristo Glorioso alla fine dei tempi per instaurare il Regno di Dio in pienezza e la venuta nella carne del Figlio di Dio con la celebrazione del Natale. Il cristiano vive in questo tempo la dimensione dell’attesa vigilante, impegnata.

La Parola di Dio è un invito a rivivere l’esperienza dei giusti che attendevano il Messia: la certezza della venuta di Cristo nella carne ci spinge a rinnovare l’attesa dell’ultima apparizione gloriosa del Signore in cui tutte le promesse messianiche avranno totale compimento.

Così l’Avvento è una intensa celebrazione della lunga attesa della Storia della Salvezza che ci suggerisce la lettura della nostra storia personale come presenza e attesa del Cristo che viene nella nostra vita.

Vivere l’Avvento è riscoprire la centralità di Gesù Cristo nella Storia della Salvezza. Egli, il Messia, il Liberatore, il Salvatore, l’Atteso delle nazioni, l’Annunciato dai profeti… è la persona centrale, la chiave di volta della nostra Storia di Salvezza.

Avvento, tempo dello Spirito: il precursore e i precursori

L’Avvento è il tempo dello Spirito Santo che è il vero Precursore di Cristo, colui che ha preparato il cuore di Maria e dei suoi amici ad accogliere Cristo; colui che prepara il cuore di ciascuno di noi all’accoglienza festosa del Signore.

Egli ha parlato per mezzo dei profeti, ha suscitato l’azione penitenziale di Giovanni Battista, ha ricoperto della sua ombra la Vergine Maria generando in lei il Verbo eterno…

Oggi, è nello Spirito Santo che la Chiesa, come Sposa, pronuncia il suo “Vieni, Signore”.

Avvento, tempo di Maria: la Vergine dell’attesa

L’Avvento è tempo mariano per eccellenza, più dei mesi di maggio e ottobre. In questo tempo di grazia scopriamo la figura di Maria:

È la “piena di grazia”, la “benedetta fra le donne”, la “vergine”, la “sposa di Giuseppe”, la “serva del Signore”.

È la “donna nuova”, la “nuova Eva” che ristabilisce e ricapitola nel disegno di Dio, per l’obbedienza della fede, il mistero della salvezza.

È la “figlia di Sion” che rappresenta l’antico e il nuovo Israele.

È la “vergine del si”, la “vergine feconda”. È la “vergine dell’ascolto” e “dell’accoglimento”.

Maria è presenza, è esemplarità. È la vergine dell’attesa, la Madre del Verbo Incarnato che rende possibile l’ingresso di Dio nel mondo e nella storia dell’umanità affinché essa diventi storia di salvezza e di amore.

Avvento, tempo della Chiesa missionaria e pellegrina

Nell’Avvento la Chiesa vive alcune dimensioni interiori: l’attesa, la speranza, la preghiera per la salvezza universale, la penitenza. Il rischio di sciupare il dono dell’Avvento purtroppo esiste.

Preparandoci alla festa del Natale, noi siamo invitati a guardare ai “giusti” dell’Antico Testamento che hanno atteso la prima venuta del Messia, leggiamo gli oracoli dei loro profeti, cantiamo i salmi e diciamo le preghiere che essi hanno detto e cantato.

Ma noi non facciamo tutto questo mettendoci al loro posto e facendo come se il Messia non fosse venuto ancora, per meglio apprezzare il dono della salvezza che ci ha portato.

No, l’Avvento per noi è un tempo reale! Noi possiamo dire con tutta la verità la preghiera dei giusti dell’Antico Testamento e attendere il compimento delle profezie, perché queste non si sono ancora completamente realizzate: lo saranno con la seconda venuta del Signore. E noi dobbiamo attendere e preparare questa seconda venuta.

Alcuni atteggiamenti proposti dalla Chiesa per suscitare una preghiera autentica e una partecipazione impegnata della Comunità:

  • La Chiesa prega per un Avvento pieno e definitivo, per la venuta di Cristo per i popoli della terra che ancora non lo conoscono o non lo riconoscono come l’unico Salvatore.
  • La Chiesa ricupera nell’Avvento la sua missione di annuncio del Messia a tutte le genti e la coscienza di essere “riserva di speranza” per tutta l’umanità, con l’affermazione che la salvezza finale del mondo deve venire da Cristo con la sua definitiva presenza alla fine dei tempi.
  • In un mondo segnato da guerre e contrasti le attese messianiche della pace e della concordia, diventano reali nella storia della Chiesa di oggi che possiede la attuale “profezia” del Messia-Liberatore.
  • Nella rinnovata coscienza che Dio non viene meno alle sue promesse, la Chiesa attraverso l’Avvento, rinvigorisce la sua missione escatologica per il mondo, esercita la sua speranza proietta tutti gli uomini verso un avvenire messianico del quale il Natale è una primizia e una conferma preziosa.
  • Alla luce del mistero di Maria, la Vergine dell’Avvento, la Chiesa vive in questo tempo l’esperienza di essere con Maria e come Maria luogo della presenza di Dio che dona agli uomini la grazia del Salvatore.

La spiritualità dell’Avvento è impegnativa; è uno sforzo fatto dalla Comunità per ricuperare la coscienza di essere Chiesa per il mondo, fonte di speranza e di gioia; ma anche di essere Chiesa per Cristo, Sposa vigilante nella preghiera ed esultante nella lode del Signore che è venuto nella storia, che viene nella nostra vita, che verrà alla fine dei tempi. E noi lo aspettiamo, con amore, con gioia, con impegno!

Natale, contemplazione del mistero dell’Incarnazione

Il rischio di non cogliere il senso pieno del Natale ci induce a riflettere e a prepararci a tale evento.

Per capire bene cosa significa celebrare il Natale, dobbiamo sgombrare il campo dai malintesi dicendo cosa esso non è.

Il compleanno di Gesù Bambino. Non ci possiamo limitare a celebrare un compleanno, peraltro quello di Dio, magari con una torta che Lui non mangia neppure.

La poesia del presepio che esprime la fede in maniera mirabile, pensato da S. Francesco come mezzo utile per la contemplazione del mistero. Ma bisogna andare oltre il presepio per scoprire che in quella situazione di estrema povertà e bisogno c’è Dio.

Il tempo in cui si è più buoni perché il cristiano è buono sempre, è santo sempre per il fatto che vive in comunione con Dio ogni giorno della sua esistenza.

Allora cos’è il Natale?

È il tempo della contemplazione del mistero dell’Incarnazione. Dio pone la sua abitazione tra gli uomini, scende, si abbassa per innalzare noi, condivide le esperienze della nostra natura fino alla morte per essere in pienezza il salvatore dell’uomo.

È il meraviglioso scambio che Dio ha operato per la nostra salvezza: egli, Dio, si è fatto uomo perché l’uomo potesse essere come Dio.

È il compimento delle Scritture che testimonia l’assoluta veridicità di Dio che non viene meno alle sue promesse, che salva l’uomo attraverso l’uomo che assume, che dona la sua vita divina all’uomo che ama.

È il tempo della pace come dono di Dio e come responsabilità di tutti a costruirla, viverla e diffonderla.

È Pasqua! È la prima tappa del mistero pasquale di Cristo, il primo atto di un unico copione, il primo passo verso la pienezza.

Con Maria Immacolata

Sabato 8 dicembre si celebra la solennità dell’Immacolata Concezione di Maria SS.ma. Questa festa è molto sentita nella Ciesa universale, ma soprattutto nel nostro contesto.

Negli anni si è sempre più solennizata la ricorrenza. Così, come da prassi antica, il 29 novembre inizia la Novena in onore della Madonna. Nella nostra parrocchia, poi, alle 20.30, ci saranno dei sacerdoti per le confessioni.

Dopo il solenne inizio, ci avviamo verso i giorni intenso della festa tenendo sempre presente la spiritualità del tempo di Avvento che ci invita alla preghiera vigilante in attesa del Veniente: Cristo Signore dell’universo.

Di seguito, il programma in dettaglio che prevede, oltre al momento di fede con le Messe e la solenne processione, un pomeriggio con i più piccoli che potranno scrivere una letterina a Babbo Natale e la serata, dopo la pupa pirotecnica, con un momento di fest nel giardino della Canonica.

Santi e defunti

Se tutti i santi sono morti, non tutti i morti sono santi.

Ma la moltitudine dei morti desidera passare dalla semplice categoria di defunto, a quella più ‘prestigiosa’ di santo.

Defunto è l’asppirante santo rimandato ad ottobre, anzi a novembre. Per questo, quando si avvicina novembre, c’è fermento fra i defunti he sperano di essere aiutati da noi viventi a fare il grande salto.

Negli ultimi anni, sembra che i tempi di attesa si siano allungati, perché la nostra memoria si è accorciata e gli aiuti che inviamo sono appariscenti come i fiori, ma privi della influente raccomandazione della preghiera e della carità.

I santi che festeggiamo in questi giorni sono i santi ‘anonimi’, che non appaiono in nessun calendario, che non sapevano neppure lorodi essere santi, che sovente non sono stati neppure capiti.

Sono persone che hanno vissuto la normalità cristiana, facendo investimenti coraggiosi e oculati dei propri beni, affetti e aspirazioni, non schiacciati sul periodo breve del ‘qui e ora’, ma proiettati sul lungo del ‘non ancora’.

Perché non tentare di diventare uno di questi santi normali, prima di essere un defunto qualunque, rimandato di novembre in novembre?