Nell’attesa della venuta del Signore
Il Tempo di Avvento, inizio dell’anno liturgico, ci prepara a celebrare il mistero dell’Incarnazione di Cristo: infatti è scandito da quattro domeniche che portano alla Solennità del Santo Natale. L’8 dicembre è la Solennità dell’Immacolata Concezione.
Il successivo Tempo di Natale si apre con la celebrazione della Notte Santissima in cui nasce il Salvatore del mondo; la domenica dopo Natale si celebra la festa della Sacra Famiglia.
All’ottava di Natale – il 1° dell’anno civile – si celebra la festa della Madre di Dio con la Giornata Mondiale della Pace; il 6 gennaio è l’Epifania o manifestazione del Signore al mondo intero; questo tempo si conclude con il Battesimo del Signore alla seconda domenica.
Avvento, tempo di Cristo: la duplice venuta
La spiritualità dell’Avvento fa riferimento alla duplice venuta di Cristo: la venuta del Cristo Glorioso alla fine dei tempi per instaurare il Regno di Dio in pienezza e la venuta nella carne del Figlio di Dio con la celebrazione del Natale. Il cristiano vive in questo tempo la dimensione dell’attesa vigilante, impegnata.
La Parola di Dio è un invito a rivivere l’esperienza dei giusti che attendevano il Messia: la certezza della venuta di Cristo nella carne ci spinge a rinnovare l’attesa dell’ultima apparizione gloriosa del Signore in cui tutte le promesse messianiche avranno totale compimento.
Così l’Avvento è una intensa celebrazione della lunga attesa della Storia della Salvezza che ci suggerisce la lettura della nostra storia personale come presenza e attesa del Cristo che viene nella nostra vita.
Vivere l’Avvento è riscoprire la centralità di Gesù Cristo nella Storia della Salvezza. Egli, il Messia, il Liberatore, il Salvatore, l’Atteso delle nazioni, l’Annunciato dai profeti… è la persona centrale, la chiave di volta della nostra Storia di Salvezza.
Avvento, tempo dello Spirito: il precursore e i precursori
L’Avvento è il tempo dello Spirito Santo che è il vero Precursore di Cristo, colui che ha preparato il cuore di Maria e dei suoi amici ad accogliere Cristo; colui che prepara il cuore di ciascuno di noi all’accoglienza festosa del Signore.
Egli ha parlato per mezzo dei profeti, ha suscitato l’azione penitenziale di Giovanni Battista, ha ricoperto della sua ombra la Vergine Maria generando in lei il Verbo eterno…
Oggi, è nello Spirito Santo che la Chiesa, come Sposa, pronuncia il suo “Vieni, Signore”.
Avvento, tempo di Maria: la Vergine dell’attesa
L’Avvento è tempo mariano per eccellenza, più dei mesi di maggio e ottobre. In questo tempo di grazia scopriamo la figura di Maria:
È la “piena di grazia”, la “benedetta fra le donne”, la “vergine”, la “sposa di Giuseppe”, la “serva del Signore”.
È la “donna nuova”, la “nuova Eva” che ristabilisce e ricapitola nel disegno di Dio, per l’obbedienza della fede, il mistero della salvezza.
È la “figlia di Sion” che rappresenta l’antico e il nuovo Israele.
È la “vergine del si”, la “vergine feconda”. È la “vergine dell’ascolto” e “dell’accoglimento”.
Maria è presenza, è esemplarità. È la vergine dell’attesa, la Madre del Verbo Incarnato che rende possibile l’ingresso di Dio nel mondo e nella storia dell’umanità affinché essa diventi storia di salvezza e di amore.
Avvento, tempo della Chiesa missionaria e pellegrina
Nell’Avvento la Chiesa vive alcune dimensioni interiori: l’attesa, la speranza, la preghiera per la salvezza universale, la penitenza. Il rischio di sciupare il dono dell’Avvento purtroppo esiste.
Preparandoci alla festa del Natale, noi siamo invitati a guardare ai “giusti” dell’Antico Testamento che hanno atteso la prima venuta del Messia, leggiamo gli oracoli dei loro profeti, cantiamo i salmi e diciamo le preghiere che essi hanno detto e cantato.
Ma noi non facciamo tutto questo mettendoci al loro posto e facendo come se il Messia non fosse venuto ancora, per meglio apprezzare il dono della salvezza che ci ha portato.
No, l’Avvento per noi è un tempo reale! Noi possiamo dire con tutta la verità la preghiera dei giusti dell’Antico Testamento e attendere il compimento delle profezie, perché queste non si sono ancora completamente realizzate: lo saranno con la seconda venuta del Signore. E noi dobbiamo attendere e preparare questa seconda venuta.
Alcuni atteggiamenti proposti dalla Chiesa per suscitare una preghiera autentica e una partecipazione impegnata della Comunità:
- La Chiesa prega per un Avvento pieno e definitivo, per la venuta di Cristo per i popoli della terra che ancora non lo conoscono o non lo riconoscono come l’unico Salvatore.
- La Chiesa ricupera nell’Avvento la sua missione di annuncio del Messia a tutte le genti e la coscienza di essere “riserva di speranza” per tutta l’umanità, con l’affermazione che la salvezza finale del mondo deve venire da Cristo con la sua definitiva presenza alla fine dei tempi.
- In un mondo segnato da guerre e contrasti le attese messianiche della pace e della concordia, diventano reali nella storia della Chiesa di oggi che possiede la attuale “profezia” del Messia-Liberatore.
- Nella rinnovata coscienza che Dio non viene meno alle sue promesse, la Chiesa attraverso l’Avvento, rinvigorisce la sua missione escatologica per il mondo, esercita la sua speranza proietta tutti gli uomini verso un avvenire messianico del quale il Natale è una primizia e una conferma preziosa.
- Alla luce del mistero di Maria, la Vergine dell’Avvento, la Chiesa vive in questo tempo l’esperienza di essere con Maria e come Maria luogo della presenza di Dio che dona agli uomini la grazia del Salvatore.
La spiritualità dell’Avvento è impegnativa; è uno sforzo fatto dalla Comunità per ricuperare la coscienza di essere Chiesa per il mondo, fonte di speranza e di gioia; ma anche di essere Chiesa per Cristo, Sposa vigilante nella preghiera ed esultante nella lode del Signore che è venuto nella storia, che viene nella nostra vita, che verrà alla fine dei tempi. E noi lo aspettiamo, con amore, con gioia, con impegno!
Natale, contemplazione del mistero dell’Incarnazione
Il rischio di non cogliere il senso pieno del Natale ci induce a riflettere e a prepararci a tale evento.
Per capire bene cosa significa celebrare il Natale, dobbiamo sgombrare il campo dai malintesi dicendo cosa esso non è.
Il compleanno di Gesù Bambino. Non ci possiamo limitare a celebrare un compleanno, peraltro quello di Dio, magari con una torta che Lui non mangia neppure.
La poesia del presepio che esprime la fede in maniera mirabile, pensato da S. Francesco come mezzo utile per la contemplazione del mistero. Ma bisogna andare oltre il presepio per scoprire che in quella situazione di estrema povertà e bisogno c’è Dio.
Il tempo in cui si è più buoni perché il cristiano è buono sempre, è santo sempre per il fatto che vive in comunione con Dio ogni giorno della sua esistenza.
Allora cos’è il Natale?
È il tempo della contemplazione del mistero dell’Incarnazione. Dio pone la sua abitazione tra gli uomini, scende, si abbassa per innalzare noi, condivide le esperienze della nostra natura fino alla morte per essere in pienezza il salvatore dell’uomo.
È il meraviglioso scambio che Dio ha operato per la nostra salvezza: egli, Dio, si è fatto uomo perché l’uomo potesse essere come Dio.
È il compimento delle Scritture che testimonia l’assoluta veridicità di Dio che non viene meno alle sue promesse, che salva l’uomo attraverso l’uomo che assume, che dona la sua vita divina all’uomo che ama.
È il tempo della pace come dono di Dio e come responsabilità di tutti a costruirla, viverla e diffonderla.
È Pasqua! È la prima tappa del mistero pasquale di Cristo, il primo atto di un unico copione, il primo passo verso la pienezza.